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che “grazie a tale legge è stato possibile processare 14 criminali di guerra responsabili del massacro di Srebrenica”. Il via libera della Croazia all'apertura dei due capitoli negoziali, anche grazie
socio-economiche prioritarie per i cittadini. Ricordando le prossime commemorazioni del genocidio di Srebrenica, Corrias ha auspicato che la ricorrenza dei venti anni non sia oggetto di
“All’indomani dei venti anni di Srebrenica, presa di coscienza collettiva di un fallimento dell'umanità, l’Italia guarda avanti e punta a un futuro in cui la Bosnia, unita nelle sue diversità, sarà
Alexander Langer provenienti dall’area balcanica: Vjosa Dobruna (Premio Langer 2000, Kosovo), Adopt Srebrenica (Premio Langer 2016, Bosnia-Herzegovina) e Nataša Kandić (Premio Langer 2000, Serbia). Il
“Pita e Pasta di Pace”, “Most” (Ponte) e le iniziative per il 25° del genocidio di Srebrenica, promossi in collaborazione con Iscos Emilia Romagna, Cisl Reggio Emilia, Istoreco, cooperativa sociale Madre
Srebrenica. Dall’inizio di aprile del 1992, dopo il collasso della Jugoslavia, la Bosnia Erzegovina ha sofferto una sanguinosa guerra d’aggressione terminata nel novembre 1995. Più di centomila morti
Alexander Langer, con l'intervento dal titolo "Dal Sudtirolo a Srebrenica... e ritorno?", Nino Sergi – presidente di Intersos con l'intervento dal titolo "Patrimonio culturale e dialogo nel posto conflitto
sentenza lo scorso novembre: Ratko Mladić, ex comandante dell’esercito serbo bosniaco, accusato di genocidio e crimini contro l’umanità per il massacro di Srebrenica e molti altri crimini di guerra commessi
cornice incantata di Villa Rossi da cittadini più consapevoli. Perché “Alla Fiera dell’Est” si parla di tutto e senza peli sulla lingua: il genocidio di Srebrenica, il dopoguerra bosniaco infinito, il
performance artistica dedicata al genocidio di Srebrenica, performance che lei aveva già portato a Venezia, New York e in tante altre città del mondo. Abbiamo vissuto il rito del caffè bosniaco intanto che ci
nascono come rappresaglia all'introduzione di una legge che vieta il negazionismo del genocidio di Srebrenica e la glorificazione dei criminali di guerra, prassi ampiamente diffuse nella retorica dei
’assedio della città l’unica via d’uscita dall’attacco delle forze serbe, e il memoriale di Srebrenica, per commemorare le oltre 8300 vittime che qui furono uccise tra l’11 e il 19 luglio 1995. “La Carovana ha
Stojanović, historian, Serbia 214. Dr. Milan Subotić, sociologist, Serbia 215. Emir Suljagić, Director of the Memorial Center in Potočari (Srebrenica), Bosnia and Herzegovina 216. Prof. Dr. Nedim Suljić